di Claudia Izzo-
Al Teatro Palapartenope va in scena, stasera il concerto di Al Bano, dopo dieci anni di assenza da Napoli. Ad organizzare l’evento, patrocinato dal Comune di Pozzuoli, un amico di vecchia data del cantante di Cellino San Marco, Antonio Iovino, noto produttore vitivinicolo e proprietario della tenuta Il Gruccione, a Pozzuoli. Proprio qui, tra le vigne tanto amate dai due amici ed un panorama mozzafiato, si è svolto il pranzo prima del concerto, avvolto in questo tepore d’autunno, tra foglie rossastre e gatti assonnati.
25 milioni di dischi venduti in tutto il mondo, 8 di platino, popolare come pochi, 15 presenze al Festival di Sanremo ed una come Sanremo Giovani, Al Bano, affabile e aperto ci concede un’intervista.
In questo breve spazio l’artista si racconta: il suo amore per la città di Napoli, –riconosco Napoli capitale del Regno delle Due Sicilie, è vero che hanno fatto di tutto per cancellarlo, ma è anche vero che non ci sono riusciti…“; la sua passione per la terra, – sono figlio di quella realtà, di quella educazione…- con la musica nel cuore ed una presenza al Festival di Sanremo da valutare. La musica oggi? –Sono figli del loro tempo-,. senza consigli da dare alle nuove generazioni- me ne guarderei bene”.
Sul libro appena uscito “Il sole dentro” con Roberto Allegri (Mondadori) in cui l’artista ripercorre le sue quattro stagioni, 60 anni di attività tra riflessioni, ricordi, bilanci- ogni artista è come un pittore, ha bisogno di dare un taglio diverso…”
Stasera al Palapartenope Al Bano canterà i suoi successi Nel sole, con oltre un milione di copie vendute, Sharazan, Felicità, Nostalgia canaglia, È la mia vita, fino ai brani più recenti. Ci metterà il cuore come sempre e riceverà dai suoi fan lo stesso calore di sempre.
«Ero in Ungheria qualche settimana fa e degli ungheresi mi hanno mostrato i loro biglietti per il concerto di Napoli! Una cosa per me molto bella che dimostra come la musica non abbia confini. Metterò a disposizione la mia anima, il mio mestiere e la mia voglia di cantare per i napoletani e tutti quelli che saranno lì ad ascoltarmi»