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lunedì, 16 Settembre 2024
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Metti una sera al Parco Archeologico di Ercolano

di Emanuela Liaci-

Ad Agosto si è aperta la VI edizione del ciclo di visite serali intitolate “I Venerdì di Ercolano”, a cura del Parco Archeologico dell’omonima città. Previste cinque aperture serali, l’ultima il giorno 30, con la particolare intenzione di rendere i visitatori, cittadini di Ercolano.

Ebbene si, l’antica Ercolano riapre i cancelli nella sua veste serale, un luogo dove poter rivivere la vita di un tempo, quella degli Antichi Romani.

Un percorso della durata di circa un’ora e mezza in compagnia di una delle bravissime guide, Maurizio Amodio, che ci ha fatto conoscere e visitare gli incanti di una città antica, distrutta nel 79 D.C. dall’eruzione del gigante Vesuvio. Ercolano fu travolta da un’ondata di fango vulcanico che sigillò le abitazioni in una coltre di materiale piroclastico che consentì la sopravvivenza degli arredi nelle abitazioni locali. Abbiamo così potuto osservare resti di oggetti in legno tra cui serramenti e tramezzi.

Ambrogio Nocerino detto “Enzechetta”, contadino residente a Resina, scoprì per caso Ercolano, perché cercava nel 1709 un pozzo per raggiungere l’acqua che non trovò, ma scoprì un punto che si intersecava con il teatro di Ercolano: da lì cominciarono gli scavi, cunicoli sotterranei che portarono a svariati ritrovamenti archeologici.

Un’affascinante atmosfera notturna, con luci soffuse e dai mille colori, ha caratterizzato questa passeggiata che  ha avuto inizio dall’antica spiaggia ritrovata, simbolo dell’antica Ercolano. Prima qui vi era qui un acquitrino, poi con lavori di ripristino si è  tornati alle origini. Abbiamo percorso la strada dove si affacciava la famiglia dei Ranii che all’epoca osservava il meraviglioso panorama che aveva di fronte;  la strada ci ha portato alla terrazza di Marco Nonio Balbo, console e proconsole di Creta, tribuno della Plebe di Augusto e nativo di Nocera, che elesse Ercolano a sua Patria e cittadinanza acquisita. Gli Ercolanesi gli furono tanto grati per quello che fece, che gli dedicarono, dopo la sua morte, 14 statue commemorative.

Un degli attori della Compagnia Teatri 35, specializzata in Tableau Vivent, attraverso una performance, appositamente creata per l’occasione, ha reso unica e molto partecipativa la visita.

Spirito guida di questa  VI edizione  è stato un attore nelle vesti di Ercole, fondatore della città, l’eroe più umano in cui si identifica l’intera popolazione; le donne infatti addirittura portavano amuleti che lo rappresentavano; era dominante, onnipresente anche come valore simbolico insieme alla rappresentazione delle sue “fatiche”. Particolarmente raffigurata è la sua seconda fatica, animata in questa serata da altri due attori, Ercole e Atena , che accanto all’ idra di Verna, flagellata da un serpente con nove teste, chiamano Ercole affichè uccida l’animale tagliandone tutte le teste. Ma dopo il taglio,  le teste si riformavano ed  Ercole si rende così  conto che era l’unica fatica che non avrebbe potuto affrontare da solo, invoca dunque l’aiuto del nipote Iolao che  carbonizza le teste. Questa fatica ben  insegna  tutti cosa significhi venirsi incontro, aiutarsi per il superamento di un ostacolo.

Passeggiando tra i decumani si è giunti alla Casa del Salone Nero, proprietà di uomo di affari che prestava denaro con interessi. Nella dimora è stato ritrovato un archivio di tavolette cerate, su una delle quali vi era la  lettera scritta dal proprietario ai debitori che venivano implorati di  restituire il denaro per evitare la bancarotta. L’uomo di affari morì dopo l’esplosione del Vesuvio.

Passando anche per la sede degli Augustali, sul Decumano Maggiore, strada non pavimentata perché qui si svolgeva il mercato ogni otto giorni, come momento conviviale, incontriamo il quarto ed ultimo attore che rappresenta il custode del collegio. In questa sede del collegio Augustale c’è un affresco che rappresenta Ercole che arrivato alla fine della sua dodicesima fatica viene accolto nell’Olimpo, nel sacello dove si riunivano tutti, dalla madre Era e da Atena.

E’ terminata così la mia visita, un cammino davvero realistico, affascinante nel Parco Archeologico di Ercolano, una visione notturna di un’antica città custode di grandi segreti e grandi vissuti che rappresentano la nostra memoria storica.

 

 

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