di Antonietta Doria-
La Campania d’estate si veste di blu e d’oro con le sue spiagge assolate e i borghi da riscoprire, le sua acque invitanti e gli eventi organizzati nelle più belle location.
E’ magica l’estate in Campania da Capri a Palinuro e a tutto il Cilento, da Positano a Ischia, da Sorrento a Procida, dal Litorale Domizio alla verde Irpinia, dalla borbonica Caserta alle vestigia romane di Benevento. E’ la bellezza del creato tutta in una regione, fonte di ispirazioni da sempre per artisti ed intellettuali.
Storia di un nome
Nel nome di questo territorio riecheggia la storia di popoli che qui giunsero.
Dal latino “campus”, campagna, secondo alcuni, il nome di questa regione deriverebbe dl termine osco Kampanon, area soggetta alla città di Capua antica, centro principale dell’Etruria campana. In origine, comunque, con il termine Campania si intendeva la fertile pianura campana, in latino Campania felix, popolata dagli antichi campani di stirpe italica, dai coloni etruschi e greci.
Con l’istituzione della provincia di Campania con il nome Campania si intendeva un provincia che si estendeva dal confine settentrionale dato dal fiume Tevere al confine meridionale dato dal fiume Sele. Il termine campano restò nelle fasce più settentrionali a sud di Roma, da cui la denominazione campagna romana. Altrove il nome scomparve per restare nel caso di campagna in provincia di Salerno e nel linguaggio dotto. Con l’annessione al regno d’Italia il nome ritrovò nuova luce ad indicare quel “compartimento” che diventerà regione.
Fu abitata dagli Osci, così come ci ricorda Polibio, dai Sanniti, fu sotto l’influenza della maestosa Roma che la ribattezzò Campania felix per la fertilità delle sue pianure grazie alla vicinanza al mare, alla fertilità del terreno dovuta alla presenza del Volturno e all’attività del Vesuvio, divenendo luogo di villeggiatura per l’aristocrazia romana. Ancora dominata dai Longobardi, Bizantini, Normanni, Angioini, Aragonesi, Asburgo e Borbone riuscì a divenire caleidoscopio di culture, tradizioni, bellezza.
Da Campania Felix a Terra di Lavoro
Nei secoli seguenti il nome Campania Felix scomparve, divenendo Terra di Lavoro. Quella che era la Campania felix fino al ‘500, fu indicata, infatti, come “Terra di Lavoro olim Campania Felix”, comprendente Caserta fino al Garigliano, Napoli, Torre dell’Annunciata, oggi Torre Annunziata, parte dell’attuale Molise, del Sannio e dell’Irpinia, ad eccezione dell’attuale Castellammare e della Penisola Sorrentina.
Con la riforma napoleonica la Terra del Lavoro fu divisa dalla provincia di Napoli, con l’Unità d’Italia, nel1860, il Regno delle due Sicilie venne poi annesso al Regno sabaudo, infine, nel 1927 con Benito Mussolini la Terra del Lavoro fu definitivamente soppressa e solo nel 1970 vennero istituite le Regioni.
Foto di copertina, Pubblico dominio, J. Jansson – Terra di Lavoro olim Campania Felix – 1660