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Grande successo a Napoli al Salone del Libro e dell’Editoria con il titolo “Tempeste”

di Luigi D’Aniello

Oggi nell’era dei computer dove si tenta di sostituire quasi tutto con la multimedialità credo che i libri difficilmente potranno mai essere sostituiti del tutto: fatti per essere presi in mano, aperti ovunque, in treno, a letto, sdraiati su un lettino in spiaggia, in luoghi dove non c’è corrente elettrica, letti anche quando le batterie dei sofisticati mezzi di comunicazione sono scariche. Belle le parole di Valentino Bompiani : “Un uomo che legge ne vale due “perché i libri sono in grado di far viaggiare, risvegliare emozioni ,suggerire immagini, far nascere un modo di pensare o rimpiazzarlo, aumentare la conoscenza del mondo e la conoscenza di sé e degli altri, insegnano ad approfondire, a riflettere, a pensare.”
Ben vengano dunque le fiere, le mostre e i saloni del libro come la IV edizione di NAPOLICITTÀLIBRO svoltasi negli spazi del Centro Congressi della Stazione Marittima di Napoli, dal 13 al 16 aprile, giunto alla quarta edizione.

Con il titolo Tempeste dato all’evento si è inteso rappresentare le tempeste sociali, climatiche, in rete e le tempeste della mente. Il titolo è stato ideato dal comitato scientifico composto da Enza Alfano, Ileana Bonadies , Beatrice Gigli e Guido Trombetti .
Hanno contribuito alla realizzazione dell’evento il CEPEL, il Ministero della cultura , della Camera di Commercio di Napoli , Intesa San Paolo, Rai Campania e il Comune di Napoli .

Nel corso dei quattro giorni la manifestazione ha offerto un ricco programma di 150 eventi, 100 casa editrici e 30 laboratori.
Tra le 100 case editrici provenienti da tutta Italia, tutte erano ben rappresentate tra le quali Regione Puglia, Ali Ribelli edizioni, D’Amico Editore, Del Vecchio editore , Multimage, D.editore, Tamu edizioni il Papavero edizioni.
Tutte hanno presentato le novità delle scrittrici e degli scrittori più rappresentativi dell’attuale panorama nazionale ed internazionale .

Tra gli autori intervenuti vi sono stati: Maurizio de Giovanni, Marina Di Guardo con “Dress Code. Rosso sangue” (Mondadori) , Paolo Di Paolo con “Inventarsi una vita” (La nave di Teseo) Flo con il libro “La canzone che ti devo”, Marcello Fois con “La mia Babele” (Solferino), Gabriella Genisi con la serie di libri su Lolita Lobosco (Marsilio),Anilda Ibrahimi con “Volevo essere Madame Bovary” (Einaudi) ,Fuani Marino con “Vecchiaccia” Lorenzo Marone , Francesca G. Marone con “Le pentite” (Les Flâneurs Edizioni),Giuseppe Montesano con “Tre modi per non morire” (Bompiani), Gianluigi Nuzzi con “I predatori (tra noi). Soldi, droga, stupri: la deriva barbarica degli italiani” (Rizzoli) ,Federico Palmaroli con “Come dice coso” (Rizzoli) ,Romana Petri con “Rubare la notte” Monica Acito con “Uvaspina” (Bompiani) , Miriam Candurro con “La settima stanza, Piera Carlomagno con “Il taglio freddo della luna” (Solferino) ,Carola Carulli con “Tutto il bene, tutto il male, Andrea Colamedici e Maura Gancitano, ideatori e fondatori del progetto di divulgazione culturale Tlon, con “Ma chi me lo fa fare? Come il lavoro ci ha illuso: la fine dell’incantesimo, Edoardo De Angelis con “Comandante” (Mondadori),Stefano Redaelli con “Ombra mai più” (Neo)c,Igiaba Scego con “Cassandra a Mogadiscio” (Bompiani) ,Luca Trapanese con “Le nostre imperfezioni”,Nando Vitali con “L’uomo della posta” (Castelvecchi) ,Michele Zatta con “Forse un altro” (Arkadia editore),Marco Zurzolo con “I napoletani non sono romantici”.
Eventi interessanti sono stati “Linguaggi. Le tempeste in Rete: Nuove forme di lettura/scrittura” con Francesca Guercio e Angelo Piero Cappello (Direttore CEPELL) linguaggi della radio” con Gianni Simioli e “Comunicare con il cibo” con lo chef stellato Giuseppe Iannotti .

La mostra è stata dedicata a Piero Angela divulgatore scientifico, giornalista, conduttore televisivo e saggista che con i suoi programmi ha svolto l’importante opera di avvicinamento del pubblico al mondo della cultura e della scienza.

I libri, come sosteneva Umberto Eco “sono la memoria della specie ed hanno la stessa funzione che nelle culture primitive avevano i vecchi quando finita la stagione della caccia sedevano nella caverna, attorno al fuoco, e raccontavano quello che era accaduto prima che i giovani fossero nati, così un giovane di vent’anni era come se ne avesse vissuto cento; e i fatti accaduti prima di lui e ciò che avevano imparato gli anziani entravano a far parte della sua memoria.

Oggi i libri sono i nostri vecchi e ci permettono vivere non solo la nostra vita ma moltissime altre.

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